O la “va” a la “spacca”

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Cosa significa questo modo di dire? Viene spesso inteso come rischio o scommessa (e qui avremmo a disposizione un grande specialista su sponda biancoblù. In campo sportivo è molto diffuso. L’origine del detto è incerta. È probabile che risalga ai tempi dell’antica Roma e che venga associato al gioco dei dadi o alle gare di tiro cavalleresche. Il rischio di sbagliare in questi giochi è in effetti molto alto. Tuttavia un vecchio adagio marchigiano dice : “O blocca lo chiodo o spacco la tavoletta” (= O entra il chiodo o si rompe la tavoletta) che ne è sinonimo. In questo caso, però, l’indizio del motto ci porta a pensare alla professione del carpentiere che deve fissare un chiodo, che se non dovesse entrare bene al primo colpo di martello si potrebbe finire per rovinare il legno della tavoletta che poi dovrà essere sostituita con un’altra e ripetere nuovamente il lavoro.
Questo modo di dire si riferisce al tentativo, determinato ma rischioso, di far andar bene qualcosa. Si tratta di una sorta di azzardo “calcolato” perché si conoscono gli elevati rischi e non si ha l’assoluta certezza di riuscire in ciò che si sta facendo, infatti il tutto potrebbe sia andare per il meglio ma anche finire in malo modo. La frase “O la va o la spacca”, come nel caso di Sampierdarenese – Asd Pro Savona, viene utilizzata quando ci si trova in una situazione importante o difficile e si pensa che forse sia il caso di prendere una scelta, anche se non si è sicuri del buon esito, pertanto si decide di tentare il tutto per tutto assumendosi le proprie responsabilità della scelta.Gli Striscioni che hanno archiviato la pratica dopo appena 20 minuti rifilando poi una goleada (7 a 0) agli avversari di turno (la Vecchiaudace Campomorone) sono al completa ed in gran forma, con una serie positiva che prosegue da metà febbraio, non possono permettersi di sbagliare per poter riuscire nell’intento. La stagione del Savona è a un bivio e per Maurizio Podestà questo sembra proprio il momento giusto per lanciare la volata. Sugli scudi Mattia Grandoni (figlio d’arte) che ha messo la sua firma in una doppietta. L’ex centrocampista di Albenga e Cairese  non vede l’ora di giocare stasera, una gara in cui non serviranno i calcoli.La Sampierdarenese fermata domenica sullo 0 a 0  dalla coriacea Campese, ha 51 punti (uno più dei Marinelli boys) ma ha disputato una partita in più. Chi si aggiudicherà la partita di stasera avrà il match point contro il Fegino . Dovrebbe scoccare il verdetto definitivo sulla propria stagione in caso di vittoria di una delle due contendenti.Dovesse invece maturare il risultato di pareggio la bilancia continuerebbe a pendere dalla parte del Savona, con l’obbligo però di battere prima il Fegino e poi il Pra. Un esito sulla carta incerto, data la posta in palio: più continuativa la Sampierdarenese nel proprio percorso, seppur i biancoblu abbiano un organico per valori assoluti con nessun eguale all’interno del girone B. Gli uomini scelti dal ds Chiarlone avranno modo, in questo spareggio, di sigillare l’unico deficit palesato nel corso dell’intero campionato: ovvero quello della personalità nelle sfide più delicate.Tantissimi i passaggi a vuoto non previsti, soprattutto contro le dirette concorrenti per la promozione. Ci sarà un buon numero di tifosi (c’è chi parla di trecento), come confermano i due pullman esauriti e le diverse auto private pronte a far rotta verso il “Cige Demartini”.
Il fischio d’inizio verrà dato alle 20:30 dal signor Alessandro di Maria della sezione di Chiavari. Le due regine del torneo non hanno avuto un campo di casa, hanno resistito all’assedio di San Cipriano e Campese e questa sera duellano per “mettere la freccia” del sorpasso direzione Promozione
Nell’ultimo decennio almeno, non si ha traccia di un girone equamente diviso tra formazioni genovesi e savonesi. Società diverse ma entrambe con una storia alle spalle. Il Savona è nato due estati fa dalle ceneri della vecchia società. Il presidente Marinelli ha acquistato il vecchio logo e il titolo sportivo per, come ama affermare, ridare alla città più di 100 anni di storia,  e ha investito moltissimo per allestire una squadra di categoria superiore. Kuci e Gallotti in difesa, Stefanzl e Fonjock in mezzo, Vittori, Macagno e Rossetti davanti. Bastano questi nomi per rendere l’idea della forza della squadra. La Sampierdarenese non rappresenta una città intera ma un quartiere. Forse il “quartiere più noto del calcio italiano”, visto che è l’unico rappresentato costantemente nel nome di una squadra di Serie A, la Sampdoria appunto. Come aveva spiegato il presidente Pittaluga in un’intervista la scorsa estate, rimane sempre forte il legame con i blucerchiati: nel marzo 2019 la Samp ha celebrato i 120 anni della Sampierdarenese indossando una maglia speciale e invitando la società ad assistere al match contro l’Atalanta. Non resta che dire : vinca il migliore!