Il Sestri targato Fossati ridimensiona le ambizioni di un Vado “presuntuoso”

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Questa volta il principio del “massimo edonistico” (cercare di massimizzare gli utili col massimo risultato e di minimizzare i costi con il minimo sforzo) non ha funzionato. E, udite udite, si sentono recitare dei “mea culpa”. Il teatrino dei legni colti per strada ( record italiano sbandierato e da ricerche svolte sbugiardato) tace, anzi a rimbombare è il suono della clamorosa traversa presa da Mesina al 36° che già nel primo tempo avrebbe permesso ai corsari di passare in vantaggio. Al triplice fischio grazie ai gol di Soplantai al 53° e di Grosso sul gong al 90′ (che ha ribaltato il pari su rigore trasformato al 69° da Costantini migliore in campo tra i vadesi) nel tripudio generale a consumare la sua “vendetta sportiva” è stato il bravo e professionale mister Fabio Fossati, vero orgoglio del calcio ligure, a cui auguriamo a breve un meritato approdo tra le fila professionistiche. Ricordo ancora molto bene quel fine dicembre 2015 in cui venne chiamato dal patron Tarabotto a raccogliere l’eredità del tecnico genovese Luca Tabbiani (altro mio grande amico che guarda caso ha recentemente riportato in serie C il Fiorenzuola dopo 20 anni). Fossati in allora era già stato il grande autore del miracolo Arenzano, trascinato dalle più basse categoria dilettantistiche fino alla Serie D ed aveva allenato in carriera anche Asti, Sestri Levante e Casale e
  Argentina (società con cui non avendo mai disputato una partita ufficiale, potè risolvere il proprio legame ancora nel corso del precampionato, fattore che rese possibile l’ingaggio da parte del club vadese). Non fu un’esperienza fortunata e coincise con il suo primo immeritato esonero (tralascio di esporre le motivazioni del non elevato rendimento della squadra affidategli) che macchiava il percorso di un tecnico preparato e onesto che era sempre riuscito a collezionare risultati importanti, rimettendo i giusti tasselli al loro posto anche in situazioni sulla carta disperate. Nella gran festa sotto le tribune su cui campeggiava il commovente striscione “La nostra gioventù porta il tuo nome, Nicola per sempre capo dell’unione!” dedicato al super ultrà Nicola Caranza, commerciante di 39 anni titolare di un noto negozio di articoli sportivi del centro città ucciso da un malore improvviso il 7 gennaio, gli occhi del mister Fossati erano lucidi sia per la perdita del famoso beniamino della gradinata del “Sivori”, sia per l’importanza dei tre punti in palio vista la classifica ancora a rischio (nonostante che dal suo subentro abbia inanellato il quarto match utile consecutivo), sia per essersi tolto una soddisfazione personale, una orgogliosa rivincita, sebbene accettò in allora con la signorilità che lo contraddistingue la decisione presa dai vertici del Vado. Venendo alla partita, diverse cose francamente non hanno convinto della gestione della cara sponda Solari. Intanto l’assetto scelto, che al di là delle situazioni Covid che rappresentano una vera incognita per chi deve affrontarle, è parso eccessivamente “sperimentale”. Rispetto all’ultima gara di campionato (18^ disputata il 22 dicembre contro il Ticino) troppi i cambiamenti a partire dal modulo, che non è un talismano, per arrivare ai cambi del tutto opinabili eccezion fatta
per l’ingresso in campo di Capra ( ci si chiede perché stesse fuori) ad inizio secondo tempo che oltre a procurarsi un penalty ha avuto tra i piedi, in ripartenza, la palla che poteva cambiare l’inerzia della gara non fosse stato sublimemente murato dal portiere di casa Salvalaggio. E poi perchè accettare il 3 vs 3 invece di passare a 4 in difesa e blindare il punto? Ci riferiamo a questo quando scomodiamo il termine “presunzione” utilizzato nel titolo. Anche in merito all’aspetto fisico Aperi e compagni sono apparsi sotto tono, cosa inspiegabile partendo dal presupposto che per strutture e potenzialità il “clan Tarabotto” gode di un comfort invidiabile. Insomma un ritorno, la prima del 2022, dal sapore amore che rischia di incidere su un ambiente che prima della sosta era galvanizzato e forte di una sequela di 9 useful results. Con 28 punti all’attivo al termine del girone di andata, come più volte pronosticato, non è più tempo di parlare di salvezza. Per budget investito, rosa giocatori, forza complessiva, il Vado considerato anche la palese inferiorità economica delle squadre che lottano per non retrocedere, è a ben altro obiettivi che deve puntare. Certo che il trittico che lo attende a partire da domenica può rivelarsi insidioso. Con Derthona, Sanremese e Casale furono due i punti ricavati e per la verità più che generosi. Già con i bianconeri del conosciuto tandem Canepa-Cavaliere ci sarà una prima prova della verità. Per approdare ai play off occorrerà in “vasca due” mettere la bandierina sui 35, ma a giudicare dalla batosta descritta non penso sarà facile. Le difficoltà nel fare gol permangono e se proprio si vuol chiamare in causa la Dea bendata faccio fatica a pensare a dei prodigi. Le sei vittorie colte sino a tutt’oggi sono avvenute tutte con un solo gol di scarto (mai piene), di cui ben 4 per 1 a 0, di cui tre negli ultimi minuti ( c’è un + 6 di bonus che non è detto sia replicabile). Guai a parlare di “sfortuna”!