Che ‘n quel limbo eran sospesi

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Scomodo il sommo poeta Dante per far rivivere il pareggio a reti bianche  (il decimo, ennesimo, su 16 gare, per l’esattezza) maturato tra i sempre più spuntati rossoblù (se non ci pensa Aperi con qualche genialata ben difficilmente si segna) e i biancorossi varesini guidati da Ennio Rossi che se nel calcio si finisse ai “punti” avrebbero senz’altro meritato la vittoria. Più che di Purgatorio, in questo caso occorre introdurre il concetto di limbo, così come spiegato mirabilmente dal padre della lingua italiana. “Limbus” per i nostri avi latini era il “margine”, un luogo indefinito, un “non-luogo”, per certi versi incerto e malinconico. Un galleggiamento pieno di pensieri, sempre nell’attesa si superare quell’esame che dirà se tutto quanto è stato fatto sarà servito a un qualcosa. Questa credo sia la dimensione effettiva riassunta nell’undicesimo posto occupato in classifica  attualmente dal Vado che non è mai riuscito nella mini impresa di bastonare una sola delle 10 squadre che lo precedono. Finiti i piagnistei per la moltitudine dei legni centrati (nel “calcio” amarcord pali e traverse sono di fatto tradotti in tiri sbagliati) e le innumerevoli epurazioni a correttivo delle  scelte avventurose e azzardate maturate in estate, e raggiunto un certo margine di sicurezza, temo subentri infatti uno stato di latente appagamento che francamente non si trova in linea con il mio pensiero. Sposto il tiro sulla gestione e sulla managerialità sportiva di quella che potrebbe essere una società “eccellente”. Mi piacerebbe si coltivassero giovani provenienti dal vivaio dove Vincenzo Eretta è un vero maestro e che gli stessi divenissero il marchio di fabbrica nonché l’ossatura della rosa. Vorrei che le scommesse sui giocatori di importazione corrispondessero a fruttuose plusvalenze e non a mere rimesse economiche che rischiano di indebitare il club. Pretenderei una punta centrale di alto rendimento che, viste le condizioni precarie di Lobosco (senz’altro un bomber, ma dal rendimento discontinuo dovuto ad infortuni), andrebbe a coprire un reparto forte di due punte esterne ma carente nel perno portante indipendentemente dalla percentuale realizzativa. Punterei infina a valorizzare il Pil interno e non a mettere in luce giocatori con il fatidico “108”, specie se questi vanno a scapito di chi ha fatto la trafila. Tornando al presente ( l’eterno presente del football) all’orizzonte nell’anticipo di sabato 18 ci sarà il Bra. I Tarabotto Boys, con il morale alto (cena sociale effettuata e sesto posto della lista dei Giovani DValore, oltre che imbattuti dalla disfatta di Novara) potrebbero tentare il colpaccio. Del resto erano già riusciti a sconfiggerlo a domicilio in Coppa ( Carrer siglò quasi allo scadere l’1 a 0 finale) e nulla proibisce di riprovarci. Trovano i piemontesi in un periodo di grande forma , provenienti da tre sigilli consecutivi : 3 a 0 al Sestri L, 2 a o in casa del Derthona e 1 a 0 all’RG Ticino sempre fuori. Il calendario poi è favorevole per questo finale del girone di andata e le tre gare che mancano avranno il potere di collocare i ragazzi di Solari a livello di obiettivi verso la zona off o verso quella out. La speranza comunque resta quella di non continuare ad essere costantemente sospesi nel Limbo.