CERTE NOTTI…

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Noi che non siamo più giovani possiamo affermare con certezza che, per seguire le Olimpiadi dove il fuso  orario  era sfavorevole, abbiamo  trascorso  un centinaio di notti in bianco, alle quali vanno sommate  le veglie per i Giochi Invernali. Tante, tantissime, ma non avevamo  scelta perché la cosa più odiosa per un appassionato  è  sentirsi dire ” ma intanto poi ci sono le repliche”. Come se Sharon Stone ti chiamasse per parlarti  urgentemente alle due di notte e tu rispondessi, ” ma dai non cambia niente se ne discutiamo domani pomeriggio”. In certe notti, facendoci cullare dalla regia da una pedana ad una piscina, da un parquet ad un velodromo,  ci siamo domandati cosa cercavamo veramente. E ce lo siamo chiesto  edizione dopo edizione con sempre meno persone a farci  compagnia, come a ricordarci che quando il fuoco sacro di Olimpia torna ad ardere sul braciere sono già passati quattro anni da quando ci ha lasciato al freddo e al buio. Ci siamo tante volte domandati cosa volevamo, cosa desideravamo, e poi, dopo aver trascorso un centinaio di notti in piedi, ci siamo accorti che quello che sognavamo, un italiano più veloce del mondo e un altro azzurro che salta come nessun altro , si avvera di pomeriggio,  in un caldo pomeriggio d’estate con il colmo di trovare addormentato chi si era fatto tanti pensieri.

QUESTO PEZZO LO DEDICO A TUTTI COLORO CHE, NONOSTANTE  TUTTO, CONTINUANO A SOGNARE.