Non te ne puoi fidare, perché sempre aspireranno alla grandezza propria, o con lo opprimere te che li se’ patrone

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Per introdurre Vado-Bra 0 a 3, il rimando ed il ricorso si spinge al grande Niccolò Machiavelli, fondatore della scienza politica moderna, il quale all’interno del suo capolavoro “Il Principe” (il riferimento al patron Franco Tarabotto non è puramente casuale), nel capitolo XII intitolato “Di quante ragioni sia la milizia e de’ soldati mercenari”, tratta approfonditamente la questione. Il segretario fiorentino indica come principali fondamenti dello Stato “le buone legge e le buone armi”, convenendo come sia impossibile avere buone leggi senza un esercito ben strutturato e viceversa; conseguentemente afferma come “le mercenarie sono inutile e periculose”, spiegando come uno Stato fondato su di esse non possa mai essere né saldo né sicuro dal momento che le stesse sono “disunite, ambiziose, gagliarde in fra gli amici, in fra’ nimici vile”, condizioni causate dall’avere solamente lo stipendio come unica ragione di unione a un vero principe. Della serie, “chi vuol capire capisca”, anticipato quanto sopra, passo come sempre a riproporre i temi fondamentali offerti da quello che si poteva giudicare come il super big match a tutt’oggi disputato nel girone A della Serie D, che vedeva di fronte la corazzata Vado ed il sorprendente (oramai non più) Bra di Nisticò. Mai come in questa occasione i rossoblù si presentavano all’appuntamento con le carte in regola per giocarsela. Una lunga serie positiva, un’impresa fresca con la NovaRomentin, l’imbattibilità interna da difendere perdurante dal febbraio 2024,  il desiderio forte di vendicare il 5 a 0 patito all’andata che era costato la panchina a De Lucia. Ci sono voluti invece meno di 40 minuti ai giallorossi piemontesi per spingere il Vado a -10 e permettere al Città di Varese di superarlo per la seconda piazza, e mettere a rischio anche la terza poltrona. Aloia al 16′ ( un giochetto troppo facile), Tuzza su rigore al 26′ (che ingenuità di N’Dianefo) e infine Minaj al 39′ (eurogol all’incrocio dei pali) hanno suggellato la prova di forza, compattezza e creatività di un Bra da favola. Eh sì, perché è da questa bella favola (emle del Sestri Levante) che parte la mia analisi, dissociandomi apertamente da quella fatta a fine partita dal mister Cottafava: ” vorrei mettere in evidenza più i demeriti dei miei ragazzi che i meriti degli avversari”.Dicevamo del Bra e del perché sia con pieno merito al primo posto : miglior attacco (50), miglior difesa(9), miglior differenza reti, minor numero di pareggi (3) e sconfitte(2), maggior numero di vittorie (17 su 22). Se poi dessimo un’occhiata alla distinta noteremmo che ha messo in lista un 2007, due 2006, quattro 2005, un 2004, due 2003, quattro 2002, un 2001(ben 58 anni di esperienza in meno dei rivali). Tanti giovani, tra cui molti provenienti dal proprio vivaio. In pratica la “grande bellezza” per chi ama i settori giovanili specie nei Dilettanti. Profondo senso di appartenenza, amore per la maglia e per la città che rappresenta: questo in sintesi riassunto nell’applicazione, concentrazione e caparbietà con cui hanno portato a casa i tre punti. Non volevano prendere gol nemmeno a morire. E ci sono riusciti. Sempre rifacendomi al dopo match in sala stampa il Mister ha messo in dubbio la veridicità dei giornalisti i quali a detta sua si inventerebbero “infortunati ombra”. Mi rendo pur conto che debba difendere il lavoro del suo staff ma verifico che all’appello manchino Capra, Pisanu, Bussaglia, Mameli, Bondioli solo per stare ai certi (parole del Presidente). Non si può nemmeno sorvolare sull’aspetto tattico. Non credo infatti che il “flop” sia stato determinato da atteggiamento sbagliato o da scarsa resa atletica.Se affronti la prima della classe che si schiera in 3-5-2 con il tridente, ti esponi inevitabilmente e in mezzo (dove conta) vai in affanno (meglio mettersi a specchio dal mio punto di vista). Non si può sperare di continuare a vivere di rendita sui gol di Vita e di Alfiero (quello di inizio stagione per intenderci), Senza quadra prima o poi devi fare i conti con la realtà (un punto nelle ultime due in casa). Infine apprendo di una percentuale di riuscita finale ridotta al 30%. Direi che si addica meglio alla speranza di conservare il terzo posto perchè il rinforzato Città di Varese non ci mollerà e al momento ricordo che è diventato secondo, mentre il NovaRomentin è lì a -2. Fortunatamente si va a Chieri, si direbbe. Ma attenzione che da adesso chi lotta per sperare di salvarsi ha le stesse motivazioni di chi vuol salire.