Scuola calcio: il collo pieno, mito o realtà?

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La corretta esecuzione del calcio di collo pieno, una delle modalità di calcio più note. Quando è corretto insegnare l’esecuzione del calcio di collo pieno? Quali sono i pericoli?

C’è un acceso e costruttivo dibattito tra professionisti sulle metodologie di insegnamento dei principali fondamentali nel calcio. In particolare, in diversi tra cui mister Roberto Scandroglio, sulla base della loro lunghissima esperienza sul campo, hanno messo in discussione il corrente e diffuso approccio all’insegnamento del cosiddetto “calcio di collo pieno”. Ecco una breve indagine sullo “stato dell’arte” e alcune considerazioni che dovrebbero essere prese in considerazione da chiunque si cimenti nell’insegnamento di questo fondamentale tecnico del calcio. Per calciare e condurre la coordinazione è identica, basta solo differenziare la potenza, il piede portante deve essere in linea con la palla e questo succede nelle esecuzioni con palla ferma, sia quando la palla arriva lateralmente. Il calcio di collo pieno invece è possibile solo quando si calcia diritti in avanti, mentre quando la palla arriva lateralmente non si sa bene cosa fare e per l’esecuzione c’è difficoltà. Le esecuzioni effettuate con palla ferma dovrebbero in teoria corrispondere alle esecuzioni effettuate correttamente in movimento.Ecco alcuni spunti sul Web di alcuni autori che hanno trattato l’argomento “collo pieno”.
Gianni Leali, ad esempio,  da “Tecnica e tattica” afferma che esiste il pericolo che il punto del piede teso verso il basso urti contro il terreno provocando traumi alle dita o distorsioni alla caviglia. Per evitare il pericolo di traumi è consigliabile utilizzare palloni più grandi e più morbidi di quelli normali ed eseguire le esercitazioni in terreni erbosi L’osservanza di tali precauzioni è importante per non instaurare atteggiamenti protettivi di inibizione estremamente negativi per l’apprendimento di questo tipo di calcio che i bambini devono sperimentare subito e non dopo aver consolidato gli altri modi di calciare come invece si sente solitamente dire.
Il calcio di collo pieno è, infatti, il modo più spontaneo di calciare e chi ha i piedi corti, è più avvantaggiato rispetto a chi ha i piedi lunghi.
Egidio Sproviero, da “l’Allenatore” organo ufficiale AIAC informa che l’errata esecuzione tecnica spesso porta il bambino a impattare il pallone in modo non corretto o addirittura a impattare il suolo con il piede, indicando questo come causa di frequenti infortuni. Soprattutto i più piccoli che cercando di imitare il tecnico trovano difficoltà per impattare il pallone con il collo piede, (la parte della scarpa ove avviene l’allacciatura).
Per il sito web “lenciclopedia”, l’ultimo passo della rincorsa è più lungo degli altri e la punta è rivolta verso il basso, invece in “Calcio da manuale” è fondamentale trovare il giusto passo accorciandolo al momento dovuto prima dell’impatto. Per Daniele Ciampichelli, ingegnere, il tiro di collo pieno è il primo modo di calciare che andrebbe insegnato quando si inizia e uno degli errori nell’esecuzione è la mancata inclinazione verso il basso della punta del piede calciante. Per Simone Mazzali e Alessandro Nuccorini (calcio a 5) è un tiro molto potente ma difficoltoso da controllare e anche per loro il punto di impatto corrisponde all’allacciatura della scarpa e se i piedi sono lunghi devono sostituire l’esecuzione con l’interno collo. Inoltre ribadiscono il principio didattico che fin dai primi calci si deve sperimentare il collo pieno. Per il Quaderno Tecnico sul Nuovo Calcio di Roberto Scandroglio “Il collo pieno merita una attenzione particolare”, non si tratta di un fondamentale di base ma di una derivazione del tiro di interno collo ove il punto di impatto non è sempre identificabile precisamente, in passato il tiro di interno collo era definito shoot o genericamente tiro di collo e anche oggi in molti casi il tiro di interno collo è spesso assimilato all’esecuzione di collo pieno, che, avvenendo in situazioni molto particolari, non può essere considerato un fondamentale di base. In situazioni di palla rasoterra l’esecuzione può provocare “traumi alle dita o distorsione alla caviglia” (Tecnica e Tattica di Gianni Leali)
A ns avviso la sua particolarità e la sua pericolosità dovrebbero spingere gli allenatori a considerarlo una variante alle esecuzioni di base il cui insegnamento sia subordinato all’apprendimento dei fondamentali del gioco del calcio. Tra i diversi autori ci sono convergenze di vedute e qualche diversità su cui si può discutere e approfondire.