Le nostre Sanremo (1): I pianti di Dancelli (1970)

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Inizia oggi, per terminare venerdì, un viaggio verso le Milano-Sanremo che, anche per motivi extra ciclistico, conserviamo nel cuore e nella mente.

IL PIANTO DI DANCELLI (1970)

Avevo nove anni e me lo ricordo bene, come tanti di voi che non sono più giovani, quel 19 marzo 1970. Era giorno festivo una volta, per celebrare S.Giuseppe e tutti i nostri papà. E si ripeteva il rito di andare a veder passare la Milano-Sanremo, arrivando sul posto con tanto anticipo, perché mica c’era Internet e la TV, Programma Nazionale, si collegava per la diretta degli ultimi chilometri. E quel giorno, gli appassionati alassini come tutti gli altri ai auguravano che si spezzasse la maledizione delle vittorie straniere che duravano da 17 anni. Per cui, noi che c’eravamo quel giorno, quando, passata la spettacolare carovana, vedemmo transitare solitario Michele Dancelli,  portacolori della Molteni, pensammo ad un’altra illusione. “I un pia prima du Berta” disse mio nonno Manuelin  che appena passato il gruppo fuggiva via con tutti noi per andare a vedere il finale in TV.  E quella Sanremo ce la ricordiamo anche perché una volta iniziato il collegamento con le voci di Nando Martellini e Adriano De Zan, la telecamera mobile rimase imprigionata a coda gruppo e soltanto quando sul Berta entrarono in azione quelle fisse si vide Michele ancora in fuga. “Forse ce la fa” dicevo, ma Manuelin implacabile non dava speranze. Ma i chilometri passavano e gli inseguitori perdevano le forze,  mentre Dancelli, che non si voltava mai iniziava a pregare, supplicare che quei chilometri finissero in fretta. E solo agli ultimi 500 metri ci si accorse che i giochi erano fatti, che non lo prendevano più. Anche Manuelin ne fu convinto e lo si capì da un pianto liberatorio che ci coinvolse tutti. E anche Dancelli attaccò a piangere, contento di aver posto fine alla maledizione (ai più giovani consigliamo di vedere quei momenti su Youtube). Un italiano tornava a vincere, rendendo felici tanti italiani che poi tre mesi dopo furono attratti da quella irripetibile Italia-Germania 4-3. Altro grande momento che io ricordo, oltre per i gol, per quella ciucca che prese proprio Manuelin , bevendo a ripetizione, durante i supplementari.