ATTUALITÀ’ DEL CALCIO SAVONESE: AVVISO AI NAVIGANTI

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Allo scopo di discutere proficuamente dello stato di cose in atto nel calcio savonese sono indispensabili alcuni punti di premessa:

a) l’attuale situazione del club intestatario dei colori bianco blu è esclusivamente affare privato che non coinvolge la Città: non esiste alcun elemento che giustifichi una rappresentanza che comunque non potrà mai appartenere a una singola società che può disporre, in certi casi, di aspetti evocativi e non certo istituzionali. Le genesi dell’attuale società che veste i colori bianco blu è stato comunque fin dall’inizio in linea con questo tipo di impostazione considerata l’assoluta assenza di un legame con la realtà sociale e culturale di Savona;

b) il calcio savonese gode ottima salute. Sono in attività cinque società: Veloce, Speranza, Priamar, Letimbro, Legino (le abbiamo elencate in ordine di data di fondazione) capaci di gestire più che dignitosamente gli impianti a disposizione e di far crescere settori giovanili che coinvolgono una parte considerevole delle giovani generazioni presenti sul nostro territorio (anche nel settore femminile). E’ la rappresentanza del vero calcio savonese che deve riflettere se sente questa esigenza. Qualsiasi intervento esterno non recupererebbe comunque quella mancante relazione di fondo che è stata appena denunciata;

c) L’errore di fondo che si persegue nel calcio dilettantistico e che distorce l’insieme di positive relazioni sociali che pure il calcio potrebbe realizzare, è quello del tentativo di imitazione delle categorie superiori: un errore alimentato dalla Federazione con regole anacronistiche riguardanti ad esempio i patentini degli allenatori, dai mezzi di comunicazione che enfatizzano a sproposito vicende di tutti i giorni di normale passione sportiva, di presunti “tifosi” che imitano – anche in questo caso – un mondo che davvero non sarebbe il caso di imitare. Nel complesso un negativo fenomeno di sudditanza psicologica collettiva che coinvolge purtroppo anche troppi presunti “impreditori” che si affacciano nel mondo del calcio soffrendo proprio di questa sindrome imitatoria: a Savona ne abbiamo avuto esempi a josa di questa “genìa” di fallimentari in pectore. Su questo punto quindi massima attenzione !

d) Tocca all’attuale presenza delle società savonesi ormai in attività da molto tempo, decidere se è il caso di essere rappresentate a livello superiore e mettersi a disposizione per costruire questa ipotesi, fermo restando che nessuno deve tagliare la propria identità storica;

e) siamo di fronte ad una evidente forzatura, diremmo quasi un equivoco che va sciolto: può darsi che si sia comperato un marchio ma questo – come si è visto – non corrisponde a un titolo sportivo e non fornisce alcuna legittimità di rappresentanza sportiva per una Città.

Questi sembrano i punti da cui partire per aprire una discussione seria sull’argomento, senza far pesare tra l’altro riferimenti ormai troppo lontani nel tempo per rappresentare un elemento su cui far valere una prospettiva per il futuro. Se volessimo andare a fondo del tema storico, allora paradossalmente, si dovrebbe ricordare come la storia dell’antico Savona FBC si sia suddivisa in due date: a.C, e d.C nel senso di ante-Catania e dopo – Catania: infatti dopo quella inopinata e maledetta retrocessione il rapporto tra la squadra e la Città si incrinò in maniera irreversibile e nonostante tanti tentativi (alcuni anche molto opinabili) mai più recuperato appieno.

Questo fatto è capitato quasi sessant’anni fa eppure pesa ancora adesso per via di quei percorsi carsici che a volte attraversano le generazioni.

di Luciano Angelini e Franco Astengo