Settore Tecnico FIGC. Marcelo Bielsa a Coverciano: “L’Italia è un punto di riferimento per il calcio mondiale”

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Non sono molti gli allenatori attuali che possono assurgere al ruolo di ‘leggenda’ calcistica; eppure lui, per le sue metodologie e le sue idee da riproporre sul terreno di gioco, è riuscito a farsi apprezzare da colleghi, tifosi e appassionati, avendo lasciato un solco indelebile in chi lo abbia avuto come tecnico o in chi ne abbia semplicemente potuto ammirare le squadre da lui allenate. Stiamo parlando di Marcelo Bielsa, vera ‘istituzione’ non solo del calcio sudamericano, ma anche mondiale, che oggi è intervenuto a Coverciano per tenere una lezione nell’aula magna del Centro Tecnico Federale, davanti ad una platea gremita dagli allievi dei corsi per Direttore Sportivo e per allenatore UEFA Pro, e in cui erano presenti – oltre ad alcuni docenti dello stesso Settore Tecnico – anche il coordinatore delle Nazionali giovanili maschili, Maurizio Viscidi, e il direttore della Scuola Allenatori, Renzo Ulivieri. “L’Italia è un punto di riferimento inequivocabile per il calcio mondiale e tutto ciò è chiaro solo guardando le immagini presenti in quest’aula” ha esordito il ‘Loco’ Bielsa, riferendosi alle foto presenti a Coverciano che testimoniano i quattro titoli mondiali e i due europei conquistati dagli Azzurri. “Quando ho accettato l’invito per venire a parlarvi – ha continuato Bielsa – ho riflettuto a lungo su quale argomento affrontare per lasciarvi qualcosa. Oggi discuteremo dell’impostazione da trasmettere ai giocatori e cosa significano i sistemi tattici, e ho l’opportunità di farlo in una scuola come quella italiana che ha una grande cultura sui posizionamenti dei calciatori in campo”.
Allenatore di club – in Europa è stato alla guida di Espanyol, Athletic Bilbao, Marsiglia, Lilla e Leeds – e anche di Nazionali, ha vinto l’oro con la rappresentativa argentina alle Olimpiadi di Atene 2004 ed ha partecipato ai Mondiali del 2002 (sempre con l’Albiceleste) e a quelli del 2010 con il Cile. Per capire meglio il senso dell’alone di ‘leggenda’ che lo circonda, specialmente in Patria, la società dove ha iniziato la sua carriera da allenatore – il Newell’s Old Boys – gli ha intitolato il proprio stadio.