Quell’indimenticabile 1991, quando il Savona vinse la Coppa Italia

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Era l’anno in cui Riccardo Cocciante dominò il Festival di Sanremo con “Se stiamo insieme”, in cui il personaggio rivelazione in TV divenne il “Gabibbo” e in cui la Samp il 26 maggio 1991 conquistò il suo primo titolo in Serie A con capocannoniere del torneo Gianluca Vialli a quota 19 reti. Per noi tifosi biancoblù correva la stagione calcistica 1990-91 quando il nostro Savona Fbc colse il più bel successo della sua storia recente, almeno dalla partecipazione alla Serie B 1966-67. Gli striscioni, infatti, si fregiarono della conquista della Coppa Italia Dilettanti: una doppia conquista, con la coppa di categoria (Campionato Interregionale) e assoluta. Alla presidenza sedeva il giovane Enzo Grenno e l’allenatore era tale Luigino Vallongo (classe 43) che dopo alcune esperienze in Serie C, divenne poi il secondo di Nedo Sonetti, con il quale aveva giocato insieme ai tempi dello Spezia e della Reggina. La società era condotta con grande oculatezza e capacità nella scelte organizzative e tecniche che, nella stagione successiva 1991-92 avrebbe mancato la promozione in C2 soltanto per mera sfortuna (la  “lotteria dei rigori” nello spareggio di Casale giocato contro l’Oltrepo). Un Savona che era in grado di vincere e di entusiasmare come da tempo non accadeva. Un Savona lontano anni luce dalla triste, deprimente e a tratti indegna situazione in cui il club biancoblù è di recente precipitato.Alla Coppa Italia del 1990-91 parteciparono circa 900 squadre.Era in allora una strana competizione, a tutti i livelli, dalla Serie A alle altre categorie: quasi tutte le squadre partivano per onor di firma, magari schierando i rincalzi, poi quando le fasi eliminatorie si “restringevano” allora gli scontri diventavano al calor bianco e tutti ci tenevano a vincere. Andò così, in un qualche modo, anche a quel magnifico Savona. Quella Coppa Italia 1990-91 si avviò, per quel che riguardava la fase interregionale, il giovedì 23 agosto 1990 sul campo di Ventimiglia con Carrea e compagni che superarono più agevolmente di quanto non dica il punteggio (1-0) i giallo-rossi locali. Sei giorni dopo i biancoblu scesero di scena in quel di Pinerolo, dove un botta-risposta alla metà del primo tempo fissò il risultato in un salomonico pari. Domenica 2 settembre 1991 va ricordata come una giornata di gloria: i nostri beniamini si dimostrano assai avanti nella preparazione e, alla prima uscita sul terreno amico del “Bacigalupo”, strapazzarono l’Intermonregalese sotto il pesante passivo di 5-1. Tre giorni dopo scese in Riviera la Saviglianese: agli avversari del Savona bastava un punto per qualificarsi assieme ai padroni di casa. Un pari scritto (1-1) e la strada resta spianata.Il secondo girone di qualificazione comprendeva Sammargheritese e Valenzana. Il primo turno coincise con un momento delicato, di grande importanza, per l’intero sviluppo del torneo. Si trattava, infatti, di giocare al “Broccardi” di Santa Margherita Ligure, campo tutt’altro che agevole, in una fase topica di un campionato avviato poco felicemente. La dirigenza savonese decise di risparmiare i titolari e di impegnare nella trasferta buona parte dei giovani rincalzi, allora diretti da Corrado Orcino.La grande impresa si verificò nella serata di giovedì 27 settembre 1990: una doppietta di Mulonia pose i biancoblu al riparo dal ritorno degli arancioni guidati dall’ex D’Agostino. A quel punto si cominciò ad assaporare qualche sogno di gloria. Giovedì 1 novembre 1990 un goal del nuovo acquisto Palagi eliminò la Valenzana. Un altro significativo passo avanti. Partì così la giostra degli scontri ad eliminazione diretta, andata e ritorno. L’avvio fu amaro: al “Puchoz” di Aosta la squadra, nella quale trovò posto per mezz’ora il fantasista Barozzi, cedette nel finale per 2-1. Ma tutto può sempre ancora succedere nella gara di ritorno. E così fu. Al Bacigalupo suonò un’altra musica: i rossoneri valligiani furono travolti per 3-0, grazie ad una prova super di Gatti e Barozzi, due giocatori di grande qualità. Negli ottavi di finale toccò ai piemontesi del Giaveno diretti dall’ex-novarese Manzin. La qualificazione fu assicurata fin dall’andata con il 2-0 conseguito al “Bacigalupo”: nella gara di ritorno fu sufficiente amministrare la sconfitta con il minimo scarto. Arrivammo ai quarti di finale e lo scontro si fece particolarmente duro. Il Savona trovò sul cammino la Pistoiese, che stava dominando il campionato. Furono così in molti a pronosticare l’eliminazione.La partita di andata si svolse in terra toscana. I padroni di casa strapparono il successo grazie ad un goal di Peselli (futuro biancoblu). Tutto era ancora possibile. La partita di ritorno vide un Savona sicuro, in crescita, che si dimostrò in grado di disporre della partita: 2-0 secco, secco, grazie ad una doppietta di Gatti che valse il passaggio del turno (lo scrivente era tra i presenti).La semifinale si rivelò una vera e propria “cavalcata delle valchirie”: il punteggio complessivo, che eliminò i bresciani del Darfo Boario, fu di 6-0, con un 4-0 in trasferta che parla da solo. Ora mancava solo il grande passo. La finale della Coppa Italia interregionale mise di fronte Savona ed Avezzano. Gli abruzzesi, diretti dall’ex-romanista e veronese Petrelli, avevano vinto il loro girone di campionato con un punteggio record e si presentavano con le carte particolarmente in regola.La prima gara si svolge al “Bacigalupo” su di un terreno allentato per la pioggia: il Savona spinse ma non passò e lo 0-0 finale lasciò tutto in pregiudicato per la partita di ritorno. Il giorno decisivo cadde di mercoledì, 12 giugno 1991 ed il risultato non si sbloccò neppure sul campo abruzzese. L’Avezzano fallì pure un penalty nel finale e tutto venne demandato alla giostra dei rigori. Il Savona vinse per 6-5 ed è giusto affermare che il premio definitivo toccò alla squadra dimostratasi sicuramente la più meritevole.Ma non era ancora finita. Restava da conquistare il titolo assoluto della Coppa Italia Dilettanti, tra la squadra vincente della categoria Interregionale e quella vittoriosa nella categoria di Promozione. Il successo, in questo settore, era toccato, inaspettatamente, ad un’altra squadra ligure: la gloriosa Sestrese.
Biancoblu e verdestellati furono così chiamati a confrontarsi in campo neutro, in quel di Locri, lontano più di 1.000 km da casa (nonostante le protese la Lega aveva oramai deciso la sede). Si trattò di una sede inedita per un derby di lunghissimo corso una sfida che ha visto in passato le sue sedi più significative in via Frugoni, corso Ricci, via Chiaravagna (un terreno, quello “antico” della Sestrese prima del trasferimento a Borzoli, che assomigliava molto alla savonese “Valletta”). Il Savona, pur privo del bomber Barozzi squalificato, dominò la gara: andò in vantaggio alla mezz’ora con Gatti che sfruttò un errore di Mieli; riuscì poi a contenere gli assalti degli avversari e nel finale li trafisse definitivamente con un altro goal del suo cannoniere.Era arrivato finalmente l’agognato trionfo; la grande affermazione cercata da tanti anni.
Ecco i protagonisti della storica vittoria di Coppa : il massaggiatore Prussiati, Viviani, Adda, Sinopia, Mozzone, il medico sociale dottor Stellatelli, Di Somma, Barlocco, il presidente Grenno, l’allenatore Vallongo, Cuc, il magazziniere Bertolucci, Lazzaretti, Bonomo, Lentini, Carrea, Bottari, Gatti, Biolzi, Bocchi

Queste le presenze dei giocatori biancoblu in quella Coppa Italia: 14, Mozzone, Adda, Lentini, Bottari, Biolzi; 13, Bocchi, Carrea, Gatti, Viviani: 12, Cuc, Marazzi; 9, Palagi, Barozzi; 8, Di Somma, Lubbia; 7 Mulonia; 4 Canu; 3 Lazzarini, Barlocco; 1, Tarigo, Sambarino, Sinopia.
Marcatori: 8 reti Gatti, 4 Cuc, 3 Mulonia, 2 Di Somma, 1 Mozzone, Lubbia, Palagi, Biolzi, Barozzi, Adda, Bocchi, Lentini.