The Big Crash

0
520

Questa è l’espressione con cui a livello di storia economica ci si riferisce al giorno più buio, quello del crollo della borsa valori di Wall Street avvenuto il 29 ottobre 1929 a New York, presso lo Stock Exchange, sede del mercato finanziario più importante per volume degli Stati Uniti.Di questa portata considero che per l’ambiente sia stato il tonfo (perchè di questo mi appresto a parlare) con il Città di Varese avvenuto mercoledì 28 allo stadio Chittolina dove un Vado senza carattere, quasi svogliato e svuotato mentalmente è letteralmente affondato subendo un gol per tempo. Agli “episodisti”, vale a dire a coloro che vorrebbero sintetizzare il decorso di un match limitandosi alla lettura favorista o contrista che sia dei singoli episodi ( 4/5 highlights è tutto a fare da contorno : ma vogliamo scherzare!) non resta che appigliarsi sterilmente all’occasione non sfruttata da Matteo Saccà (14 goals nelle ultime 8 stagioni, media 1,7, che quindi proprio un fromboliere non era e non è, specie ora che deve sobbarcarsi il compito della fase difensiva che spetta al quinto di centrocampo – buono l’approccio di Dagnino in sua vece –  non potendo garantire lucidità sottoporta e che perdendo palla perchè scarico di energie ha spianato le premesse del meritato e sacrosanto raddoppio). Agli analisti in “toto” invece (di fatto i tanti lettori a cui propongo i miei puntuali report e che mi prefiguro siano del mio stesso Dna) non bastano le valutazioni improntate al “riduzionismo” della serie : “Qualche errore qua e là”.Non intendo competere per “stoicismo” ( Zenone di Cizio predicava la sapienza nella serena accettazione degli eventi e spec. del dolore e della morte) nè con l’eroe di giornata l’arbitro siciliano Leotta di Acireale che pur soffrendo a portato in porto la gara, nè con il presidente Franco Tarabotto vera parte lesa della vicenda, visto lo slancio e la “disponibilità” con cui partecipa fattivamente alla corsa salvezza, ma visto che avevo per certi versi anticipato questo fallimentare epilogo (Ricordate? Gli scontri diretti son ben altra cosa che incontrare le facili da piegare – ndr) vorrei puntualizzare, se mi è concesso.Nel team lombardo, mercoledì, nonostante alla guida tecnica vi fossero personaggi del calibro di Ezio Rossi (ex Torino serie B e vincitore della C con la Triestina) e Neto Pereira Leonidas de Sousa (30 reti in B) mancavano per squalifica i due pilastri Ebagua e Disabato e per infortunio 7 pezzi, diventati 8 dopo il ricovero di Romeo (migliore in campo per i biancorossi sino al momento del crack alla spalla) al Valloria. Disposti in 4-3-1-2 con 6 Under dentro, nonostante tutto ciò, senza calcolare il non fare tre punti da due mesi e il provenire da due ko consecutivi, i ragazzi del ticon Amirante hanno dato una vera lezione di calcio (e non solo) alla strana coppia Tarabotto-Francomacaro, rimasta frastornata dall’intensità, dalla velocità, dalle geometrie e dal pressing a tutto spiano dei giovani tesserati con cura dal ds Gianni Califano. Altro che tamponi per mezzali in uscita, baricentri troppo bassi, braccetti poco incisivi e vai , con fantasticherie di questo genere.Oltre a modulo inappropriato e interpreti improvvisati ho contato almeno 3 giocatori completamente fuori ruolo. Oltre a non aver mai impensierito per l’intera seconda frazione, finire con Pedalino e Sbarbati con a ridosso Bernasconi non è servito ad altro che a chiudere ulteriormente gli spazi e a far compattare la difesa avversaria.Se non vi fossero state le ormai proverbiale 2/3 belle parate di Luppi e se tra gli avanti varesotti vi fosse stata meno precipitazione il passivo avrebbe potuto essere ben più pesante.Il Varese infatti non ha fatto la partita, come si suol dire, per scelta tattica del Vado di agire di ripartenza, ma per proprietà di palleggio, giro palla da squadra che impone, idea di gioco ben chiara (lì si vede l’impronta di chi guida).Dopo le due boccate d’ossigeno scacciacrisi nel clan rossoblù credo si fosse venuta a creare la stessa mentalità che ieri sera ho visto nella Roma a Manchester. Pensare di aver trovato la ricetta per giocarsela con tutti è un errore di presunzione imperdonabile.Si iniziava già a scomodare le “gold series” storiche in caso di trittico.Il ritorno alla presa d’atto dei propri limiti è tuttavia giunto nella maniera più cocente. Non si preoccupino “lor signori” dei guiness perchè perdere nel 2019/20 13 volte su 24 e nel 2020/21 19 volte su 30 per ora, per un totale di 33 partite su 54 subendo 97 reti, rimarrà per sempre un record negativo ineguagliabile anche volendoci mettere tutta la più buona volontà. Figuriamoci poi, se si dovesse ragionare in merito a quanto si è investito finanziariamente per ottenere un flop tecnico di questo genere.Mi pare di aver capito che la Presidenza sia già al lavoro per correre ai ripari ma da questo “work in progress” in prospettiva futura preferisco al momento starne fuori e non lanciarmi nel toto scommesse o nell’arte della predizione, che lascio volentieri a chi più e meglio ha virtù “sciamaniche”. A proposito se c’è un lituano che ha lasciato alla grande il green sotto le torri dell’Enel non è l’attuale vice mister de Noantri, ma il portierone biondo Siaulys Ovidijus classe 99 e 195 cm di statura, che ho avuto modo in passato di seguire ed ammirare quando militava nella Primavera dell’Entella. E’ uscito imbattuto e forse forse nel non gol di Saccà qualche merito bisognerebbe darglielo per coraggio e scelta di tempo.Appuntamento a mercoledì 5 maggio. Arriveranno i nerazzurri dell’Imperia a giocarsi le residue possibilità di approdare alla zona play off. Mister Lupo ed il suo fido scudiere Edoardo Capra erano a visionare l’incontro. Per Taddei e compagni sarà l’ennesima grossa chance di riscatto.Rientrerà Tissoni e le azioni in borsa attualmente al minimo potrebbero rialzarsi. A proposito continuare a sperare nel nuovo format retrocessioni penso sia un messaggio sbagliate, tale da abbassare il “quid” motivazionali, usando un termine tanto caro a chi proviene dai mari baltici.