La disperata mossa della Superlega

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Ha avuto la vita di una farfalla la Superlega che, nella disperata mossa dei suoi sostenitori, doveva rappresentare il calcio del futuro, quello dove i ricchi non piangono e i poveri sono estromessi da ogni pietanza. Una competizione chiusa a club, tanto per fare due nomi, come Atalanta o Leicester, che si son permessi di spezzare l ‘egemonia delle solite note, infilandosi come intruse in un gioco più grande di loro.  E siccome non accedere ai quarti o alle semifinali di una Champions non rappresenta per questi club un dramma sportivo, ma un salasso economico, ecco il morbido cuscinetto della Superlega, dove nessuno può rompere le uova nel paniere. Peccato, che almeno nello sport, i soldi non sono tutto, e che anche per chi lo pratica contano anche le motivazioni. E così nell ‘arco di due giorni la Superlega e’ naufragata e non saranno le arroganti pretese di qualche suo fondatore a farla rinascere. La Superlega, potenza del calcio, e ‘ riuscita a mettere d’accordo in poche ore tutti i leader politici internazionali, quelli che sulla pandemia litigano ogni giorno. Ma se oggi lo sciagurato progetto di questa iniziativa va in pensione il merito va ai tifosi che han fatto quadrato, soprattutto gli inglesi. “Le Coppe bisogna conquistarsele”, recitava lo striscione esposto fuori dallo stadio del Liverpool a dimostrazione che chi si nutre di calcio la base rimane quella di una competizione aperta a tutti. ” Anche i bambini che tifano Benevento hanno diritto di sognare” affermavano ieri alcuni giocatori. Tutto questo ha impedito che un progetto criminale venisse attuato, ora con il capo cosparso di cenere le ribelli torneranno nella casa natale, pagando comunque qualche scotto. Intanto le squadre quotate in borsa come la Juventus stanno perdendo in listino oltre il 15% e questo la dice lunga di cosa sia diventato il calcio. Assalto fallito, per ora e che le grandi e le TV a pagamento se ne facciano una ragione se si gioca Spezia-Crotone